5 ragioni per cui un prestito veloce può essere rifiutato
Chi si avvicina al mondo del credito spesso non è al corrente dell’iter che determina una risposta affermativa o negativa, da parte della banca o dell’ente che eroga il prestito. I motivi per cui una banca rifiuta la concessione di un prestito veloce sono ben delineati e mirano a salvaguardare sia il richiedente che la banca stessa. In questo articolo si scopriranno le cinque ragioni per cui un prestito veloce può essere rifiutato dalle società finanziarie.
Cos’è un prestito veloce
Il prestito veloce è un prestito personale non finalizzato. Si tratta dunque di un finanziamento che viene richiesto senza alcun giustificativo di spesa. Spesso è caratterizzato dalla necessità immediata di liquidità, magari per una situazione inaspettata che deve essere fronteggiata in tempi brevi. Ad esempio Figenpa, a differenza di quanto accade per le pratiche di accensione di un mutuo, è in grado di accontentare la richiesta molto rapidamente. Dal momento della concessione del prestito veloce, alla sua erogazione, intercorre un tempo massimo di 48 ore. La procedura è semplificata e in certi casi possono passare anche solo 24 ore dalla richiesta alla concessione. A tal proposito si parla di prestito immediato. La rapidità dell’erogazione dipende anche dal fatto che le cifre accordate al richiedente sono di piccola entità, in genere non superiori ai 5.000 euro. Tuttavia esistono istituti finanziari che attraverso le procedure online concedono fino a 50.000 euro, come nel caso della finanziaria Figenpa.
Perché il prestito veloce può essere rifiutato: 5 ragioni
Il prestito veloce può essere richiesto in modo rapido collegandosi al sito di Figenpa. È sufficiente compilare un form, con i propri dati personali, e inviare telematicamente anche la documentazione richiesta. La pratica viene studiata molto più rapidamente di quanto prevede l’iter tradizionale. Al termine dell’analisi, da parte dei consulenti, si determinerà la comunicazione dell’esito della pratica. In alcuni casi può trattarsi di un rifiuto. Abbiamo perciò individuato 5 ragioni per cui un prestito veloce può essere rifiutato:
- La situazione patrimoniale e il reddito del richiedente potrebbero non costituire una garanzia sufficiente a sostenere il pagamento di una rata mensile. Solitamente l’ammontare della rata del piano di ammortamento del debito non deve superare la quota di un terzo dello stipendio mensile del richiedente. Il reddito deve essere dimostrato presentando dei documenti. Per esempio è necessaria la busta paga, per dimostrare che si ha la forza economica per rimborsare non solo il prestito, ma anche le eventuali spese e gli interessi passivi, che possono sussistere nonostante il prestito sia di piccola entità. In assenza della documentazione, che provi un reddito o una pensione sufficienti a sostenere il pagamento delle rate mensili, verrà rifiutata la concessione del finanziamento.
- Una situazione lavorativa precaria può rappresentare un ostacolo alla concessione del prestito veloce. Il richiedente deve presentare la garanzia di un contratto lavorativo a tempo determinato. Nel caso in cui il suo rapporto di lavoro sia giunto quasi alla sua scadenza naturale, vengono meno le minime condizioni di garanzia per l’istituto di credito. Per i lavoratori autonomi il problema è diverso. Le partite IVA, per esempio, possono accedere al credito veloce ma devono presentare determinate coperture che consentano all’ente finanziario di rivalersi nei casi di insolvenza. Non essendoci la garanzia di una busta paga, la banca richiede una serie di documenti indispensabili:
- documento d’identità e codice fiscale;
- certificato di residenza unitamente allo stato di famiglia;
- una bolletta recente che attesti l’apertura di un’utenza domestica (telefonica o relativa all’erogazione di energia);
- un documento che attesti la percezione di uno stipendio (la dichiarazione dei redditi oppure ogni altro documento, come un contratto d’affitto, che dimostri entrate continuative).
In assenza di un documento che provi un reddito percepito periodicamente, la banca rifiuterà il prestito.
- L’affidabilità creditizia è uno dei presupposti più importanti per vedersi concedere un prestito veloce. Gli istituti di credito prendono informazioni sulla persona, effettuando dei controlli, per esempio consultando il Crif, il registro dei cattivi pagatori. Quando si è inseriti nell’elenco dei cattivi pagatori, oppure si è protestati, è molto più difficile accedere al credito. A volte è sufficiente non aver pagato una rata del mutuo o di un prestito precedente per vedere compromessa la propria reputazione creditizia. Il rifiuto alla concessione del finanziamento potrà determinarsi anche in presenza di un garante, se il soggetto individuato dal richiedente non sia in grado di fornire sufficienti garanzie. Anche l’assenza totale di informazioni circa l’affidabilità creditizia del richiedente è un ostacolo. L’istituto di credito non è in grado di soppesare l’affidabilità del soggetto perché non ha la possibilità di valutare il suo passato. Può anche capitare che, a dispetto dell’iscrizione del richiedente nel registro dei cattivi pagatori, l’istituto di finanziario conceda il prestito veloce in seguito a un accordo di cessione del quinto dello stipendio. Nel caso in cui non sia percorribile neanche questa strada, sicuramente si determinerà un rifiuto.
- Un prestito veloce può essere rifiutato se, al momento della richiesta di finanziamento, il soggetto abbia in corso altre domande presentate a più banche, finanziarie o istituti di credito. Potrebbero anche esserci finanziamenti aperti, ossia prestiti concessi al richiedente e che quest’ultimo stia ancora rimborsando. Si può infatti determinare un’ipotesi che le banche tendono a respingere: il richiedente potrebbe non essere in grado di sostenere il rimborso di più rate contemporaneamente, magari perché il suo reddito non è abbastanza alto.
- Infine concludiamo con l’ultima ragione per cui un prestito veloce può essere rifiutato. Si tratta di una motivazione esclusivamente burocratica, facilmente superabile. Prima di poter ripresentare una richiesta di prestito a una banca, è necessario aspettare 30 giorni, a partire dalla risposta negativa ottenuta precedentemente. La prima domanda di finanziamento, infatti, rimane nell’archivio dati per un mese.
Obbligo di motivazione del rifiuto
Nel caso in cui il richiedente ottenga un rifiuto ha il diritto di richiedere all’ente la motivazione del diniego. La legge obbliga la banca a informare il cliente circa le problematiche che si sono presentate. Può accadere che una banca rifiuti un prestito veloce nonostante il richiedente non presenti una situazione finanziaria particolarmente critica.
L’informazione resta in ogni caso archiviata per un mese nella banca dati del registro dei cattivi pagatori. Nei trenta giorni successivi al rifiuto, il richiedente potrebbe avere difficoltà a presentare la sua richiesta ad altre banche. E questo a causa della presenza del suo nominativo all’interno del Crif. In tal caso il cliente può richiedere all’ente, che ha rifiutato il finanziamento, una liberatoria con i motivi del diniego. Potrebbe infatti essere molto utile, nel caso in cui il cliente abbia necessità urgente di liquidità e abbia intenzione di presentare più domande allo stesso tempo. Anche la liberatoria, infatti, viene registrata dal sistema creditizio. Il richiedente, provvisto di liberatoria, nel caso in cui non siano ancora scaduti i trenta giorni dal primo rifiuto, potrà avvalersi del documento per ottenere una risposta affermativa. Infatti le altre banche potrebbero interpretare l’informazione registrata per un mese al Crif come segnale di una situazione grave, quando invece l’iscrizione nel registro in quel caso è soltanto una mera questione tecnica. Inoltre la liberatoria permette al richiedente di dimostrare di non avere altri finanziamenti in corso.